A spasso per le Marche: la fonte di S. Emidio

Nel nostro viaggio "A spasso per le Marche" ci spostiamo oggi nella bellissima città di Ascoli Piceno che custodisce innumerevoli monumenti e palazzi storici che incantano i suoi visitatori.
Proprio perché i luoghi da scoprire ad Ascoli Piceno sono così tanti, ci concentriamo oggi solo su un luogo: la fonte di S. Emidio.
Iniziamo innanzitutto col dire che S. Emidio è il santo patrono della città di Ascoli a cui è dedicato anche il Duomo della città che si affaccia su piazza Arringo.
La fonte di S. Emidio non è altro che un antico lavatoio risalente al XVII secolo ed oggi è una testimonianza della ricca storia della città e delle tradizioni che ancora ai nostri giorni persistono nella sua cultura.
Ci troviamo a porta Solestà (o porta Cappuccina), una delle antiche porte di accesso della città di Ascoli a pochi passi dal ponte romano sul fiume Tronto.
La porta venne costruita nel 1230 all'inizio del Ponte Romano da cui si dipartiva un ramo secondario della via Salaria.
La storia di questo lavatoio è strettamente legata alla tradizione di uno dei prodigi che Sant'Emidio, martire operò in città.
Si narra, infatti, che il santo non avendo a disposizione l'acqua necessaria per battezzare tutti i nuovi fedeli, convertiti al Cristianesimo dalla sua predicazione, se la procurò battendo un sasso da cui fece sgorgare la sorgente che alimenta questa fonte.
Un'altra tradizione sostiene, invece, che l'acqua della sorgente sia scaturita dalla pietra che fu il punto dove cadde e rotolò la testa decapitata di Sant'Emidio il cui martirio si compì, a Porta Solestà nel luogo dove ora sorge il tempietto di Sant'Emidio Rosso, nelle vicinanze della fonte.
Quel che è certo, però, è che il lavatoio risale al XVII secolo, ma la struttura così come la vediamo oggi è il risultato di vari rimaneggiamenti, avvenuti nel corso del tempo, tra il 1904 e il 1905.
È interamente realizzato in travertino (non a caso Ascoli è denominata la città del travertino) ed accoglie le sue vasche all'interno di uno spazio rettangolare, cui si accede scendendo qualche gradino. L'area è incorniciata da una loggia suddivisa in cinque ariose arcate, sormontata da una balaustra di colonnine.
Al suo interno cela anche resti di un'architettura più antica, risalente al XII secolo, ed alcune tracce si possono ancora distinguere nelle parti destre. Mancano le due fontane demolite che furono realizzate dal bergamasco Donato Madonna, nel XVII secolo.
Oggi, il lavatoio di Ascoli Piceno è molto più di un semplice luogo per lavare i panni. È un simbolo della storia della città, della bellezza dell'architettura neoclassica e della forza delle tradizioni locali. Questo luogo incarna la vitalità di Ascoli Piceno e la sua capacità di coniugare passato e presente.
Se visitate Ascoli Piceno, assicuratevi di includere una sosta al lavatoio nella vostra lista delle cose da fare. Potrete ammirare l'architettura, immergervi nella storia e magari anche fare nuove amicizie, proprio come le donne del passato facevano.
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