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A spasso per le Marche: Montedinove

Aggiornamento: 9 mag



Riparte (finalmente) il mio viaggio “a spasso per le Marche” tra modi di dire, cibo, paesaggi meravigliosi e borghi antichi.

Oggi approdo proprio in uno di quest’ultimi: Montedinove.

Il borgo di Montedinove si trova nell’entroterra Piceno tra le valli dei fiumi Aso e Ticino, è uno dei paesi della Comunità Montana dei Sibillini. Sorge, infatti, sulla cima più elevata della catena di colli marchigiani, godendo di una vista che spazia a 360° dalla costa adriatica ai Monti Sibillini, dal Monte Conero (Ancona) fino al Gran Sasso d’Italia in Abruzzo.

Passeggiare tra le strette viuzze del borgo è un incanto perché è possibile ammirare ancora oggi i resti delle alte mura medievali (come la “Porta della Vittoria”, costruita nel XII secolo, e i ruderi della torre medievale), eleganti edifici in stile rinascimentale e particolari di arredo urbano quali lavatoi comunali e fontanelle dell’acquedotto Monte Polesio.

L’edificio civile più interessante del centro è sicuramente il Palazzo Comunale, mentre tra gli edifici religiosi merita una nota la Chiesa di San Lorenzo.

Secondo i reperti storici, l’edificio comunale risale alla fine del XII secolo. Come mi ha spiegato la bravissima guida locale, inizialmente l’edificio era costituito da due corpi separati da una via (“rua” in dialetto) molto stretta, denominati “Palazzo Pretorale” e “Palazzo Priorale”. Durante il periodo dell’occupazione francese, agli inizi del XIX secolo, i due edifici furono uniti e divennero abitazioni private e solo nel 1817, terminata l’occupazione delle truppe napoleoniche, la struttura tornò sede istituzionale.

La Chiesa di San Lorenzo si affaccia sulla piazza del paese, ma, nonostante ciò, talvolta passa inosservata ai turisti intenti a visitare il paese. Come mai? Lo scoprirai alla fine del paragrafo.

Essa è stata edificata sui resti di una precedente Chiesa di cui non si hanno notizie. I lavori di costruzione dell’odierno edificio iniziarono nel 1786 e terminarono nel 1797. Il progetto e la direzione dell’opera vennero affidati al famigerato architetto ticinese Pietro Maggi (di cui probabilmente hai già sentito parlare nel corso del viaggio ad Offida) che realizzò un vero capolavoro che però può essere ammirato solo all’interno perché la sua facciata esterna non è mai stata completata rendendo questa Chiesa ancora più particolare.

L’interno, invece, si distingue per l’eleganza delle decorazioni, per le quali il Maggi si avvalse di maestranze appositame