A spasso per le Marche: i monti Sibillini

Prosegue nella natura il mio viaggio a spasso nelle Marche. Oggi vi faccio conoscere i Monti Sibillini.
I Monti Sibillino sono un massiccio montuoso dell’Appennino umbro – marchigiano la cui vetta più alta è il monte Vettore alto 2.476 metri.
I “Monti Sibillini” devono questo nome al monte Sibilla (2.175 metri), uno dei massicci della catena montuosa che, secondo la leggenda, è abitato della Sibilla Appenninica.
È una sacerdotessa buona e incantatrice, conoscitrice della medicina e dell’astronomia, in grado di predire il futuro.
Secondo la leggenda la Sibilla vivrebbe circondata da tesori preziosi in uno splendido palazzo sotterraneo situato proprio nelle viscere del monte Sibilla. Il punto di accesso al Monte e, quindi alla dimora della Sibilla, sarebbe una grotta situata in prossimità della cima del monte.
Effettivamente a 2.150 metri d’altezza, in prossimità della cima del monte, tra i territori di Montemonaco, Montefortino, Montegallo e Arquata del Tronto, troviamo una grotta chiamata “la grotta delle fate”. Da anni però l’ingresso della grotta è crollato e non è mai stato possibile rimuovere le grosse pietre neanche utilizzando potenti esplosivi rendendo ancora più veritiera e misteriosa la leggenda che aleggia attorno alla Sibilla.
Sempre secondo la leggenda la Sibilla non vivrebbe da sola all’interno del palazzo, ma esisterebbe un vero e proprio regno sotterraneo fatto di bellissime fate che si vestono con abiti lunghi per coprire le zampe caprine.
Le fate uscirebbero solo di notte per non essere vista e sembra che amassero recarsi al vicino al lago di Pilato per fare il pediluvio senza essere viste da nessuno. Le fate in passato si sarebbero recate anche a valle per insegnare alle giovani ragazze l’arte della tessitura e della filatura e soprattutto per incontrare i giovani pastori.
Da qui nascono i miti di amori stregati e ragazzi sottratti al mondo umano, resi immortali e costretti a vivere nella grotta della Sibilla insieme agli altri esseri fatati.
Nel corso dei secoli, però, sembrerebbe che queste fate abbiano smesso di mostrarsi all’uomo e si siano definitivamente nascoste nelle viscere della montagna per non far scoprire a noi umani il loro regno magico.
Della Sibilla Appenninica e delle sue ancelle restano solo racconti tramandati di padre in figlio ed alcuni ricordi come la “strada delle fate” situata a Pretare, frazione del comune di Arquata del Tronto e la grotta delle fate che ancora oggi attrae appassionati di passeggiate e trekking.
Il monte Sibilla resta comunque avvolto da un’aurea di mistero: grotte profonde e improvvise scosse di terremoto evocano ancora la presenza della Sibilla e delle sue damigelle.
Perché nel prossimo racconto della mia rubrica “a spasso per le Marche” voglio parlarti del parco Nazionale dei monti Sibillini e soprattutto del suo luogo simbolo: il lago di Pilato!
Continua a seguirmi nel mio viaggio. . .