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A spasso per le Marche: Campofilone

Aggiornamento: 9 mag 2023


Veduta panoramica d Campofilone
Campofilone

Prosegue il mio viaggio “a spasso per le Marche” verso Campofilone, il paese del mio cuore dove ho trascorso la mia infanzia. Abitavo nella casa dal portone verde tra la Chiesa e il Municipio proprio nel centro storico di questo borgo medioevale dove tutti conoscono tutti e dove tutti sono amici di tutti.

Il principale motivo di vanto di ogni abitante di Campofilone, me compresa, sono i famosi maccheroncini che vengono qui prodotti.

Quindi se capiti da queste parti è davvero obbligatorio mangiarne una porzione condita con dell’ottimo ragù di carne. E prima di andare via non potrai non portarne a casa qualche “foglietto” di scorta. Si qualche “foglietto” perché i maccheroncini non si contano in confezioni o pacchi, ma in foglietti. Il termine deriva dal fatto che vengono adagiati su foglietti di carta e solo successivamente vengono impacchettati per essere venduti.


Cosa sono i maccheroncini di Campofilone?

Si tratta di un tipo di pasta prodotta con uova fresche e farina.

Questi due ingredienti vengono impastati assieme per farne una sfoglia sottilissima, spessa meno di 1 mm. La sfoglia viene poi tagliata finemente e così si ottengono questi maccheroncini lunghi dai 35 ai 60 cm e larghi solamente da 0,80 a 1,20 mm.

I maccheroncini dal 2013 hanno ottenuto il marchio IGP.




Sai quando sono nati i maccheroncini di Campofilone?

Sembra che abbiano radici antichissime, la prima traccia che si ha risale al 1560 quando in occasione del Concilio di Trento venne offerto ai commensali un piatto di pasta sottilissima proveniente appunto da Campofilone.

I maccheroncini venivano comunemente prodotti dalle famiglie contadine del borgo per conservare le grandi quantità di uova. La pasta tagliata ed essiccata era infatti capace di conservarsi per lunghi periodi senza rovinarsi permettendo il sostentamento della famiglia per mesi.



Cos'altro puoi fare a Campofilone?

Il cuore del piccolo centro storico si articola su una via principale che va da Porta Marina, fino alla Chiesa di San Bartolomeo e all'orto abbaziale.

Porta Marina è l'ingresso principale del borgo. Ancora oggi si possono vedere i cardini per la chiusura della porta in legno e alcune feritoie realizzate per gettare acqua o olio bollente sui nemici pronti ad assalire il castello.




Le altre porte di accesso al borgo sono Porta da Bora e Porta da Sole rispettivamente ingresso nord e sud del borgo.

Molto particolare è la Porta da Sole, qui ancora oggi si possono vedere le mura di cinta del borgo e soprattutto da qui parte un passaggio coperto con volte a crociera che conduce fino al centro storico.

Al termine della via principale, troviamo la Chiesa di San Bartolomeo, la più importante del borgo. La Chiesa così come la vediamo oggi risale al 1800, è in stile neoclassico con pianta rettangolare a croce greca. Il soffitto è coperto da volta a botte ed ha la cupola posta proprio al centro della croce.

Molto belli sono gli affreschi che puoi ammirare al suo interno così come la “Sala degli Stemmi” situata nella canonica. La sala venne creata per ricordare tutti gli abati che si sono succeduti nel corso dei secoli.

Sempre all'interno del complesso parrocchiale è possibile visitare il museo archeologico liturgico ed il museo Malacologico, vero fiore all'occhiello del paese.

Nella parte più ad ovest del borgo, dietro alla Chiesa di S. Bartolomeo, c'è l'orto abbaziale, utilizzato un tempo dai monaci benedettini appunto come orto (da qui il nome di Orto Abbaziale). Qui si possono vedere i resti delle mura di cinta medioevali e si gode di una stupenda vista panoramica che spazia dal mare Adriatico fino ai Monti Sibillini passando per i paesi arroccati sulle dolci colline del fermano.



Poco fuori dalle mura medievali potete ammirare l'altra chiesa del paese: la chiesa di San Patrizio.

La vecchia chiesa di San Patrizio, costruita verso la fine del XVI secolo, era situata alla destra di Porta Marina, a ridosso delle mura castellane, nella zona “Da Sole”. Demolita alla fine del XIX secolo, fu ricostruita più a nord, dalla parte Boreale, dove ancora oggi si può ammirare. Da sempre chiesa del popolo, fu consacrata il 10 settembre 1893. Nel 1924 la chiesa fu provvista di campanile grazie al contributo dei reduci della grande guerra e nel 1926 il signor Aristide Bernardini fece dono delle campane. Internamente si può ammirare una pala dell’altare del XVIII sec., recentemente restaurata e caratterizzata da olio su tela raffigurante la Madonna con Bambino, San Bartolomeo, patrono di Campofilone, San Patrizio, coprotettore e San Giuseppe con paesaggio sullo sfondo; nella semicupola dell’abside San Patrizio che benedice il paese dipinto del maestro Luigi Fontana nonchè stucchi e tendaggi del suo allievo Niccolò Achilli.

Anche questa chiesa è un piccolo gioiello da visitare prima di lasciare Campofilone.



Quindi, Campofilone non è sinonimo solo di maccheroncini, ma anche di storia e cultura.

Che dici, questo borgo merita una sosta lungo il tuo viaggio “a spasso per le Marche”?



Per maggiori informazioni sul borgo visita il sito istituzionale: www.turismocampofilone.it








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